I TROFEI DELLA PASSIONE

Nel 1855 il barone Giulio Valignani, governatore dell'Arciconfraternita del Monte dei Morti, volendo arricchire la processione con i "Trofei della Passione", dette incarico all'artista concittadino Raffaele Del Ponte di realizzare a suo piacimento sette gruppi destinati a precedere le venerate immagini del Cristo Morto e dell'Addolorata.
Del Ponte nacque a Chieti il 7 maggio 1813 e vi morì il 26 marzo 1872, proprio di Martedì Santo, cioè tre giorni prima che venissero portati i suoi "trofei" per le vie della sua città.
I Trofei furono da lui ideati e costruiti sotto la sua direzione, avvalendosi della collaborazione degli intagliatori Luigi e Paolo Anzellotti, del pittore Paolo Aloè e dell' arredatore Adamo Tracanna.
Essi, chiamati anche "simboli" o "gruppi", sono di una naturalezza e di un effetto grandissimo. Ciascuno poggia su un elegante piedistallo dorato. Al loro montaggio, operazione alquanto difficile e delicata, provvedeva il maestro ebanista Guido Cirillo, sostituito dopo la sua morte dai discepoli Giustino e Mario La Rovere. Oggi provvedono alcuni confratelli.
Questi Trofei vengono accuratamente custoditi in un locale dell'Arciconfraternita sito nelle adiacenze della cripta di S. Giustino, comunemente detto "grotta" e sono:
L'Angelo Alato - Ha un calice in mano, che serve alla raccolta del sangue di Gesù, ormai agonizzante.
Le Lance - Appartengono ai soldati romani, con una daga, due torce, una lanterna e il sacchetto delle trenta monete d'argento per le quali Giuda tradì Gesù Cristo e un cartello con la scritta S.P.Q.R.
La Colonna - Rappresenta la colonna a cui fu legato Gesù; su di essa sono posti un gallo, la mano che simboleggia lo schiaffo ricevuto da Gesù e gli strumenti della flagellazione.
Il Volto Santo - Inghirlandato, "copiato" con magistrale precisione sopra trasparente velo, dal prodigioso originale che si conserva dai Padri Cappuccini di Manoppello.
Il Sasso - Vi sono collocati i dadi, la tunica, lo scettro, la corona di spine, un catino e una brocca, in ricordo del gesto compiuto da Pilato (Io me ne lavo le mani). Il catino e la brocca d’argento vengono affidati ogni anno dalla Famiglia Obletter all’Arciconfraternita. Essi furono utilizzati per il battesimo di Padre Gabriele M. Obletter, frate francescano morto nel 1964 in odore di santità, ora sepolto nella chiesa cittadina del S. Cuore che egli provvide a far costruire con i suoi beni.
La Scala - Ha appesi le tenaglie e i chiodi, ma anche la canna con una spugna bagnata di aceto e la lancia che provocò la ferita al costato.
La Croce - Rude e pesantissima, ai cui piedi sono posti un teschio umano ed un serpente. La Croce è sovrastata da un cartello con le iscrizioni in ebraico, in latino e in greco.



Pur non potendosi assimilare ai Trofei, fanno parte della processione, come già illustrato, anche le venerate Sacre Immagini del Cristo Morto e della Madonna Addolorata.

Il Cristo Morto
È una pregevole scultura lignea del '700, posta su una lettiga barocca coperta da una coperta in velluto nero ricamato d'oro. La caratteristica del Cristo Morto, conservato nello stesso Oratorio summenzionato, è la sua "copertura", un velo bianco con ricami d'oro.



L'Addolorata
La statua dell' Addolorata di Chieti è forse la più popolare della processione. È praticamente una statua vestita, molto particolare soprattutto per il suo vestito.
La Madonna porta un abito di pesante seta e velluto, tutto nero, con alcuni ricami d'oro; un manto in seta nero le scende dalla testa. Il volto è sofferente, le braccia tese, nella mano sinistra stringe un fazzoletto. Un velo in tulle nero trapunto di stelle d'oro le copre tutto il capo e scende fino ai piedi.
La statua della Vergine risale al 1910 e sostituisce quella usata fin dal 1833. Alla moglie del Governatore, a quelle dei suoi predecessori ed alla Priora è riservato, nella mattina del Mercoledì Santo, il compito di "vestire" la statua della Madonna Addolorata che è conservata, con gli "abiti di casa", nel grande armadio ligneo settecentesco della Sagrestia dell'Oratorio dell'Arciconfraternita.



- Testo a cura del dott. Franco Stanzione, tratto dal volume "La processione del Cristo Morto a Chieti", di Carlo e Marco Mascitelli, Edizioni Tabula Fati - Chieti, Aprile 2007.
- Foto tratte dal volume "La processione del Cristo Morto a Chieti", di Carlo e Marco Mascitelli, Edizioni Tabula Fati - Chieti, Aprile 2007.